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RISULTATI vs OBIETTIVI

Aggiornamento: 28 ott 2020

Ogni volta che cerchi di raggiungere un obiettivo ti senti assalito dall'ansia da prestazione? Ti senti bombardato da messaggi quali “e se non ce la dovessi fare”? Sei ossessionato dall'idea di non riuscire ad ottenere il risultato finale a cui tanto aspiri?


La storia di Marco (*) ti permetterà di capire come sia possibile, attraverso il COACHING, mettere in atto tecniche, comportamenti e strategie finalizzate a migliorare la tua performance attraverso il re-indirizzamento del tuo focus dal Risultato all'Allenamento ed alla Performance.


“Davide, oramai è chiaro, io sono una persona “media”. Anzi MEDIOCRE!”.

Fino ad ora nella mia vita me la sono cavata…ma con risultati nella media e comunque non commisurati allo sforzo profuso. A scuola, nel lavoro, negli affetti…è una dinamica ricorrente. Mi impegno moltissimo, do tutto me stesso, lo faccio con energia e motivazione. Ma quando si tratta di raccogliere i frutti di quanto seminato...beh, è tutta un'altra storia.

A scuola ho sempre studiato moltissimo, quasi sempre ero molto preparato. Ma i miei voti non sono mai andati oltre la media dell’8, mai un 10!

Nel mio lavoro attuale sto incrementando mese dopo mese le mie performance, negli ultimi quattro mesi ho triplicato i miei risultati ma non ho raggiunto il target che mi era stato fissato!

Le mie relazioni affettive sono sempre storie belle, intense e profonde ma ad un certo punto finiscono ed a volte anche in modo traumatico!

Per non parlare poi del mio sogno nel cassetto: fare l’attore. Ho frequentato una prestigiosissima scuola di recitazione negli Stati Uniti alla quale accedono poche persone all'anno. Ho completato il percorso di studi molto brillantemente ma poi, ancora una volta è arrivata la delusione. Tornato in Italia, ho ricevuto solo “porte in faccia”.

È quindi evidente che io non sono in grado di raggiungere i miei risultati e di soddisfare le mie aspettative. Tutto questo mi rende insicuro rispetto alle mie capacità e ogni volta che affronto una sfida o che voglio raggiungere un obiettivo mi sento sopraffatto dall'ansia da prestazione, come se dovessi dimostrare a me stesso ed agli altri che non sono una persona mediocre."


Marco si è sempre preparato molto bene per avere successo nelle proprie sfide e, alla luce dei fatti, ha sempre ottenuto ottime performance. Tuttavia, la sua soddisfazione è sempre stata molto bassa a causa del differenziale tra i risultati raggiunti ed i risultati attesi.


Le aspettative di Marco erano basate sul raggiungimento di un risultato IDEALE solo parzialmente sotto il suo controllo.


I voti a scuola dipendevano infatti anche dai criteri di valutazione – non sempre univoci e/o imparziali – dei professori; il target aziendale dipendeva anche dalle condizioni del mercato, dalle capacità delle aziende concorrenti e dalla performance del suo team; il successo nelle relazioni affettive dipende, per definizione, da entrambi i soggetti coinvolti; e così via. Così, nonostante una performance di alta qualità, il suo livello di gratificazione è sempre stato basso. Per quale ragione?


Marco, spinto da una mentalità fortemente RISULTATO-CENTRICA, ha mentalmente agganciato il proprio auto giudizio solo al soddisfacimento di ASPETTATIVE di RISULTATO.


Una volta chiaritosi quale fossero i suoi risultati attesi, ha focalizzato le sue energie mentali e fisiche principalmente su di essi non considerando che:


  • I suoi risultati ideali attesi dipendevano solo in parte dalla sua performance ed erano anche condizionati da fattori esterni fuori dal suo controllo.

  • Porre l’attenzione spasmodica su di essi, piuttosto che sulla qualità della performance necessaria per raggiungerli, avrebbe trasformato il raggiungimento del risultato in una sorta di “ossessione” aumentando l’ansia da prestazione e le interferenze interne (“se non ce la faccio sono una persona mediocre”) e riducendo così di gran lunga la probabilità di conseguire i propri obiettivi.

Questa dinamica è un loop che si autoalimenta: più penso di essere inefficace meno faccio, meno faccio meno risultati ottengo e più mi convinco di essere mediocre


In buona sostanza, Marco ha invertito l’ordine dei fattori: invece di seguire lo schema virtuoso ALLENAMENTO-PERFORMANCE-RISULTATO, ha invertito l’ordine d’importanza dei fattori che stanno alla base del raggiungimento degli obiettivi mettendo sul podio principale l’idealizzazione del risultato finale e spostando all'ultimo gradino l’allenamento preparatorio alla performance. Inevitabilmente ha finito per auto alimentare un ciclo negativo fatto di deterioramento della qualità dell’allenamento con conseguente riduzione dell’efficacia della sua performance ed incremento del rischio di fallire nel raggiungimento dei risultati.


Attraverso le sessioni di Coaching Marco ha appreso come spostare il suo focus dal risultato all'allenamento, indirizzando le sue energie fisiche e mentali alla definizione ed esecuzione di piani d’azione funzionali al raggiungimento del risultato desiderato.


Marco ha interrotto la connessione mentale tra risultato e auto-giudizio di valore, riducendo significativamente l’ansia da prestazione, i comportamenti disadattivi ed il dialogo interiore disfunzionale.

Ha incrementato la sua auto-efficacia imparando a riconoscerla e alimentarla, traendo gratificazione dal portare a termine i propri obiettivi e dal migliorare la propria performance a prescindere dal risultato finale.

Non solo! Secondo il principio sportivo per il quale “quando si gioca bene molto spesso si vince anche”, Marco ha cominciato anche ad ottenere i risultati a cui tanto aspirava.


APPROFONDIMENTO


Viviamo in una società "RISULTATO-centrica" dove fin da bambini veniamo allenati a misurare il nostro valore come individui in termini di voti, che a loro volta sono funzione del risultato raggiunto.


Questo approccio, ripetuto nel tempo, modella le nostre ASPETTATIVE solo rispetto all'esito finale, senza alcun focus sulla qualità della PERFORMANCE che servirebbe per raggiungere il risultato desiderato.

Questo comporta un carico emotivo notevole poiché connesso a giudizi di valore: ottenere un buon voto, una vittoria, un successo diventa una questione di "onore o disonore", "valore o disvalore", "accettazione o rifiuto". In aggiunta, non potendo controllare del tutto l'esito finale (ad es. la vittoria di una partita dipende anche dalla qualità dell'avversario), l'ANSIA da PRESTAZIONE diventa fonte di frustrazione, disagio ed immobilismo.

Intrappolati in questo turbinio di pensieri, disperdiamo le nostre energie mentali dimenticandoci di focalizzarci su cosa serve per raggiungere l'obiettivo: un buon piano di allenamento funzionale a "giocare al meglio la partita".


La PIRAMIDE DEGLI OBIETTIVI mostra la sequenza ottimale per raggiungere un risultato: un buon allenamento determina una buona performance e quanto più questa è buona tanto più alte sono le probabilità di ottenere il risultato desiderato. Ovviamente, un buon allenamento e performance non sono garanzia assoluta di successo finale se questo dipende solo parzialmente da noi (ad esempio l’esito di una partita di tennis è funzione della performance di entrambi i giocatori). Tuttavia, è certo che una scarsa performance figlia di un allenamento non efficace si traduca nel mancato raggiungimento del risultato atteso.



Quando invertiamo la sequenza in RISULTATO -PERFORMANCE-ALLENAMENTO, smettiamo di dedicarci alla preparazione della performance e cominciamo ad alimentare un ciclo fatto di pensieri basati sul “DEVO” (“devo vincere a tutti i costi”) e sul “DISVALORE (“se non vinco sono mediocre”). Questo genera ansia da prestazione che ha come conseguenza l’immobilismo sia mentale che fisico. Pensando di lavorare per la “vittoria” finale in realtà ce ne allontaniamo a grandi passi.


Viceversa, la sequenza ALLENAMENTO-PERFORMANCE-RISULTATO si fonda sul “VOGLIO” (“voglio allenarmi per giocare una buona partita e vincere”), sull'AZIONE, sul FARE (“mi alleno tre volte alla settimana per arrivare preparato al match”) e sulla valorizzazione delle POTENZIALITÀ’. L’immediata conseguenza di questo approccio è la focalizzazione sulla preparazione della performance con conseguente riduzione dell’ansia da prestazione ed incremento sia dell’efficacia che delle probabilità di successo finale.


In sintesi, se vuoi raggiungere i tuoi obiettivi devi imparare:


1) definirli in modo puntuale, assicurandoti che il loro raggiungimento dipenda da te

2) allenarti regolarmente e con costanza in modo da rendere la tua performance ottimale


Il COACHING è un metodo che ti permette di definire OBIETTIVI che sono nel tuo totale controllo e di migliorare la tua performance funzionale al loro raggiungimento, imparando a spostare il tuo FOCUS dal RISULTATO all'ALLENAMENTO/PERFORMANCE.


Spero che questa lettura ti sia di aiuto e ti auguro di intraprendere il tuo percorso di Coaching.

Ti aspetto!


DAVIDE GUGLIELMINOTTI


“Fissare obiettivi è il primo passo per trasformare l’invisibile in visibile” Cit. Anthony Robbins


(*) I contenuti della storia sono tratti direttamente da mie sessioni di Coaching con clienti reali il cui nome è stato modificato in un nome di fantasia per rispetto di riservatezza e Privacy

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